Caos Ediliza Agevolata, l’appello di una venditrice: “Il Comune si sbrighi”

 Nonostante alcune misure adottate dalla politica, come l’istituto dell’affrancazione per rimuovere il vincolo del prezzo calmierato dall’immobile, il Comune di Roma procede a rilento sull’argomento, gettando nello sconforto le centinaia di migliaia di famiglie di venditori ancora alle prese con una vera e propria beffa.
Roma Capitale Magazine torna ad occuparsi del Caos Edilizia Agevolata a Roma, venutosi a creare a seguito della Sentenza a Sezioni Unite della Corte di Cassazione numero 18135 del 2015.

La controversia, lo ricordiamo, riguarda i venditori di appartamenti in Edilizia Agevolata, i quali, in assoluta buonafede e dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni dal Comune e dai notai, hanno messo in vendita la propria abitazione a prezzo di libero mercato, senza essere a conoscenza del vincolo che gravava sull’immobile, da vendersi a prezzo calmierato.
Dal momento della sentenza sono state centinaia le cause portate avanti dagli acquirenti per chiedere risarcimento, anche a distanza di anni dall’atto di compravendita, creando un vero e proprio caso sociale.
Nonostante alcuni provvedimenti presi dalla politica, come l’estensione dell’istituto d’affrancazione anche agli ex proprietari grazie alla legge 136/2018, che se pagato permette di far decadere il vincolo sul prezzo calmierato imposto sull’immobile, e i tentativi degli avvocati di avvicinare le parti in causa attraverso la mediazione, le cose non sono cambiate se non in peggio, con il Comune di Roma che procede a rilento sull’argomento.
A testimoniare il tutto è l’ennesima lettera ricevuta in redazione. Si tratta dell’appello struggente di una venditrice, che per motivi di privacy chiameremo Daniela, la quale dopo 10 anni dalla vendita del proprio appartamento in edilizia agevolata si è vista citare in giudizio per indebito ed è tuttora immischiata in questo caos, senza riuscire a vedere la fine del tunnel. Ecco le sue parole:
Salve,
sono uno dei tanti cittadini caduti nella trappola dei piani di zona. Ho acquistato e venduto casa a prezzo di mercato e allo scadere dei 10 anni dalla vendita sono stata portata in causa per indebito, a seguito della 18135.
Come già sa, il Legislatore è intervenuto e a Dicembre 2018 è stato approvato alla quasi unanimità dal Parlamento l’art. 25 undecies della Legge 136/2018 che, in sostanza, permette anche agli ex proprietari di immobili di rimuovere il vincolo del prezzo tramite l’istituto dell’affrancazione.
Purtroppo, a tutt’oggi, dopo circa 6 mesi dall’entrata in vigore di questa Legge, le procedure di affrancazione di Roma Capitale non risultano allineate al disposto della Legge 136/2018.
Per i venditori sono molteplici le difficoltà riscontrate presso gli Uffici competenti di Roma Capitale: nella modulistica non aggiornata, nella documentazione da produrre, nei criteri di urgentazione, nelle tempistiche.
Purtroppo, specie per chi sta subendo un giudizio, queste omissioni possono avere risvolti drammatici: il rischio di essere condannati in Tribunale per centinaia di migliaia di euro perché il Comune ci mette 3 anni a completare una pratica, o perché non vengono forniti dagli Amministratori di Condominio i documenti che il Comune ci chiede per affrancare. In molti casi sia Comune che Amministratori ricevono diffide da avvocati che difendono i richiedenti l’indebito.
Da un lato ci si accusa di non voler affrancare, dall’altro si cerca di impedircelo in tutti i modi.
Per di più anche qualora, in alcuni casi, il giudice reputi di chiudere il giudizio di primo grado con una pronuncia di improseguibilità, si resta esposti a nuove citazioni in giudizio, questa volta per danni, richieste risarcitorie elevatissime che parlano anche di danno psicologico (vorrei capire il mio in quale sede verrà valutato).
È capitato ad una venditrice che conosco proprio pochi giorni fa! Sono certa che la giustizia in questo caso farà il suo corso, ma lei sarà costretta ancora una volta a pagarsi un avvocato difensore pur non avendo fatto nulla di sbagliato.
Stiamo solo chiedendo di poter pagare, garantendo entrate sicure e sostanziose nelle casse comunali.
La cosa più sconcertante è che, velocizzando le sue procedure, il Comune otterrebbe il vantaggio di ricevere un flusso certo di entrate. Qualora poi queste entrate fossero portate a una soglia minima sostenibile i flussi in entrata si moltiplicherebbero ulteriormente, e questo vale per affrancazioni e trasformazioni.
Le lungaggini burocratiche danneggiano sia gli attuali proprietari di immobili nei piani di zona, sia gli ex proprietari che solo affrancando si salvano dall’indebito e possono recuperare una normalità di vita tanto agognata.
Grazie se potrà aiutarmi nell’opera di sensibilizzazione rispetto ad una questione così complessa e delicata.
Noi continueremo a monitorare la situazione, ascoltando le voci di tutti coloro che hanno qualcosa da dire, anche acquirenti ovviamente, in merito alla questione, sperando di poter giungere ad una soluzione definitiva di questo paradosso incredibile il più velocemente possibile.

Redazione

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