Inviare foto hard a minore su WhatsApp è violenza sessuale secondo la Cassazione

Inviare foto hard a minore su WhatsApp è violenza sessuale secondo la Cassazione

È legittimo contestare il reato di violenza sessuale a chi invia foto a contenuto erotico tramite WhatsApp a soggetto minorenne; per tale fattispecie di reato è prevista la custodia cautelare in carcere.

Tale principio è stato dichiarato dalla terza sezione penale della Cassazione in una sentenza depositata in data 8 settembre 2020 con la quale è stato respinto il ricorso della difesa di un 32enne, indagato per aver inviato messaggi WhatsApp a contenuto erotico e allusivi a una ragazza minorenne assieme a una foto hard oltre alla richiesta di ricevere un’immagine dello stesso genere da lei con la minaccia di divulgare la chat su un altro social e/o pagine hot.

Secondo la Cassazione, in la «violenza sessuale risultava pienamente integrata, pur in assenza di contatto fisico con la vittima, quando gli atti sessuali coinvolgessero la corporeità sessuale della persona offesa e fossero finalizzati e idonei a compromettere il bene primario della libertà individuale nella prospettiva di soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale»: in particolare, i «gravi indizi di colpevolezza» del reato contestato erano stati ravvisati «nell’induzione allo scambio di foto erotiche, nella conversazione sulle pregresse esperienze sessuali ed i gusti erotici, nella crescente minaccia a divulgare in pubblico la chat», spiega la Corte.

Stefano Di Santo

Avvocato del Foro di Roma. Membro Commissione Diritto Bancario Ordine Avvocati Roma Collaboratore testata giornalistica Roma Capitale Magazine

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