Mkhitaryan: “A Roma per vincere. Mi piace il gioco di Fonseca. A favore del VAR? Sì e no”

 Il nuovo attaccante della Roma, Henrikh Mkhitaryan, è stato presentato oggi in sala stampa a Trigoria. Ad introdurre l’incontro con la stampa è stato il Direttore Sportivo del club capitolino, Gianluca Petrachi:
Siamo qui per presentare Miki, come ama sentirsi chiamare. Siamo molto contenti ed orgogliosi di aver portato un altro giocatore di spessore internazionale. Sono convinto che la sua esperienza e la sua capacità, anche la sua intelligenza, possa aumentare la qualità dell’intero gruppo della Roma. Gli garantiremo quello di cui ha bisogno: sostegno, motivazione e soprattutto voglia di giocare a calcio. L’affetto ed il calore che ogni calciatore sente di dover avere, la Roma e la sua tifoseria si metterà nella condizione di sentire tutto il calore. Ora lascio la parola a lui perché credo sia doveroso.
Queste le parole di Mkhitaryan:
Sono molto felice di essere qui,
 prima di arrivare non ho passato un periodo semplice. Per me parte una nuova avventura, so quali sono gli obiettivi e farò il meglio per contribuire a raggiungerli. Ho incontrato i miei compagni di squadra, lo spogliatoio ha un ambiente bello ed ho parlato col mister, ci sono tutte le condizioni per rendere al meglio.

In quale ruolo pensi di poter essere più utile nella Roma con il modulo di Fonseca?
Posso giocare in ogni posizione d’attacco, a destra, a sinistra o dietro la punta. L’importante è aiutare la squadra. La mia qualità sta nel partire dalla fascia ed accentrarmi. Metterò a disposizione le mie qualità per la squadra e per il mister.

Hai incontrato alcuni tuoi compagni come avversari in Nazionale. Vi siete parlati?
Oggi è stato il primo giorno di allenamento. Ho rivisto alcuni compagni che sono stati avversari. Con Florenzi abbiamo parlato di Roma e della partita giocata contro l’Italia. Anche con Edin abbiamo parlato un po’ di tutto, ora però la nazionale è alle spalle ed è importante concentrarci sulla prossima gara.
Nelle ultime stagioni di Premier hai avuto una media gol bassa rispetto alle tue potenzialità. Che cosa ti manca per fare il salto di qualità a livello realizzativo?
Prima di tutto con l’Armenia gioco dietro la punta, ho più spazio e posso arretrare o finalizzare. Devo essere in area per finalizzare il lavoro della squadra. All’Arsenal ed al Manchester partivo in una posizione più arretrata, il mio era un ruolo dove potevo ricucire la distanza tra centrocampo e attacco. Il mio obiettivo è quello di fare più gol e assist possibile perché è quello che mi regala maggiori soddisfazioni.
Domanda a Petrachi: I giocatori arrivati in prestito rappresentano una difficoltà nel dare continuità tecnica al progetto?
Bisogna adattarsi alle esigenze. Nello specifico per quanto riguarda Smalling e Miki, a 48 ore dalla fine del calciomercato era difficile impostare un certo tipo di discorso o ragionamento. L’idea è quella di fare investimenti importanti anche su dei calciatori giovani. Nelle esperienze passate sono stati investiti soldi importanti per giocatori per i quali conveniva prenderli in prestito e valutare le caratteristiche. Per la situazione di questo calciomercato o si facevano investimenti su dei giovani o si cercava di fare delle scelte come per Miki. Mi era stato detto ‘no’ al prestito, ma dovevo comprarlo. Si parlava di un top player e per i top player ci sono costi elevatissimi, ingaggi alti e noi dobbiamo stare attenti al bilancio. Devo dire che il ragazzo è stato bravo perché non lo sa nessuno ma ha rinunciato a dei soldi per venire a giocare alla Roma, vuole investire su sè stesso. Noi abbiamo un budget di un certo tipo e questo deve consentirci di prendere certi calciatori. Su di lui e Smalling abbiamo fatto due operazioni furbe, poi il tempo dirà se avremo la forza di tenere due giocatori così e cercare di aumentare il tasso qualitativo. È un’esigenza di quel momento per seguire un certo tipo di strategia.
Sei sbocciato nello Shakhtar Donetsk, una squadra che qualche anno dopo è stata presa da Fonseca. Ti è capitato di seguire la squadra negli anni successivi? E che cosa pensi dello stile di gioco di Fonseca?
L’ho seguito sia in Champions sia in campionato, non ho analizzato nel dettaglio le prestazioni, ma aveva uno gioco offensivo. Mi ha colpito soprattutto come in Champions League tenesse testa contro le grandi squadre, giocando senza paura e vincendo anche delle partite contro grandi squadre. Spero che il mister possa fare lo stesso qui a Roma e offrire un calcio spettacolare che possa rendere felici i tifosi.
Domanda a Petrachi: Cosa non ha funzionato nelle trattative per Higuain e Icardi? Quando avete deciso di rinnovare Dzeko?
In realtà non è che non sia funzionato nulla. Quando ho fatto la mia conferenza stampa ho sempre detto che Dzeko era il centravanti della Roma e mi sarebbe piaciuto tanto poterlo trattenere. A volte si fanno delle strategie per arrivare ad altri obiettivi: la mia strategia non l’ho raccontata a nessuno, ma ho sempre nutrito la speranza di poter trattenere Edin, le situazioni anche un po’ difficili dell’anno precedente hanno pesato nell’umore del calciatore. Ho cercato di far capire lui che qua il vento stava cambiando, che stava nascendo una Roma diversa e che lui sarebbe stato un riferimento per tutti quanti. Le lusinghe dell’Inter e di altre squadre avevano posto delle cose in testa al giocatore. Giorno dopo giorno ho cercato di smontargliele e di fargli capire che forse lui non sarebbe stato così importante all’Inter come lo sarebbe stato alla Roma. Se lo avessero voluto a maggio avevo fissato un prezzo, prezzo che non è mai arrivato dall’Inter. Evidentemente non era così importante e gli ho fatto capire che da noi sarebbe stato il punto di riferimento. Sono felice che abbia capito, ringrazio anche l’agente Silvano Martina che è stato fondamentale e ci ha aiutato a far riflettere il ragazzo. Le alternative erano sempre alternative, ma la nostra prima scelta è sempre stata Edin.
Dopo la splendida partita con l’Armenia ti sono arrivati messaggi dai tifosi della Roma? Questo ti mette pressione? Perché hai deciso di venire nel campionato italiano?

Ho ricevuto diversi messaggi dai tifosi dopo le partite con Italia e Bosnia. Erano contenti delle mie prestazioni, ma ora voglio concentrarmi sulla Roma che è una nuova esperienza. Non mollerò mai, lotterò fino alla fine e cercherò di aiutare la squadra per i nuovi obiettivi. Non ho paura della pressione, gioco a calcio fin da piccolo, so che nelle grandi squadre è così e hai gli occhi puntati su di te ed ogni minimo errore viene criticato. Se accetti di giocare a calcio sai che fanno parte di questo, a 30 anni so come comportarmi ed accetto quello che viene. Ho deciso di giocare in Serie A perché è stata una grande occasione che si è presentata l’ultimo giorno, ho accettato subito senza pensarci e senza parlare di denaro. Voglio divertirmi, godermi il calcio e cercare di raggiungere questi obiettivi.
Domanda a Petrachi: Che cosa state facendo per porre fine al problema degli infortuni?
Sono delle valutazioni oggettive che sto facendo. Posso dirvi che lo scorso anno, nel Torino, ho avuto pochissimi infortuni a livello muscolare. Quando cambi ambiente devi capire delle metodologie. Nelle grandi squadre ci sono anche tanti atleti che hanno i personal trainer e devono bilanciare un certo tipo di lavoro. È un aspetto che va valutato e sto cercando di capire chi ce l’ha, che tipo di lavori fanno anche in palestra. C’è da dire che esiste anche la casualità, si è scottati dai 50 problemi muscolari dello scorso anno e la tensione è altissima. Però credo che su Spinazzola la storia parla da sé: di tanto in tanto ha avuto qualche problema muscolare. Anche la storia di Pastore si conosce. Zappacosta mi ha stupito, si è fatto male nel pre-gara e non presentava delle problematiche. Under è molto esplosivo, deve sapersi gestire in certe situazioni, mi ha raccontato che si è stirato facendo un colpo di tacco improvviso. La mia attenzione sarà rivolta soprattutto su questa problematica, cercheremo di annientare qualsiasi tipo di alibi. Stiamo ristrutturando il manto erboso del campo principale visto che i ragazzi si sono lamentati della durezza dei campi di allenamento ed ho chiesto di fare un intervento importante sul campo principale, successivamente andremo sugli altri campi. È un alibi che voglio togliere e mi auguro che da oggi in poi si possa migliorare.
Hai l’ambizione di voler tornare in Premier League? L’Italia può essere il tuo futuro?
Ho lasciato l’Inghilterra, appartiene al passato e non voglio più parlarne. Sono alla Roma, voglio concentrarmi sulla AS Roma e sulla Serie A. Non ho fatto un passo indietro, ho scelto un grande club, un grande campionato dove si gioca un grande calcio. Avevo avvertito che era il momento per me di cambiare aria, si è presentata questa occasione e l’ho colta al volo con entusiasmo. Per un calciatore è importante provare piacere nel giocare a calcio, non importa dove lo si fa, negli ultimi mesi all’Arsenal non provavo più questo piacere ed ho colto questa occasione con entusiasmo.
Domanda a Petrachi: Questa è la sua Roma? Ha raggiunto tutti i suoi obiettivi? È un mercato da Champions League e che vuole ottenere subito i risultati?

Credo di averci messo l’anima in questo mercato. Ho messo tutto quello che avevo dentro di me con una logica calcistica, ho cercato di fare una piccola rivoluzione, era necessario farla. Nell’anno zero serve tempo, anche se nel calcio il tempo non c’è. Io sono convinto, insieme alla società, di aver creato qualcosa su cui far rinascere l’entusiasmo e l’orgoglio romanista. Sono convinto di aver creato un gruppo importante, gli infelici sono andati via, è stato fatto un mercato in uscita importantissimo. Abbiamo fatto dei rinnovi ai nostri fiori all’occhiello, a dei giovani forti come Under e Zaniolo, a delle cifre congrue. Qui tante volte si è cercato di esagerare nella valutazione economica e sto cercando di far bilanciare un po’ tutte le cose, oltre ad amalgamare una squadra. Sulle basi importanti che la squadra aveva sono stati inseriti altri giocatori. C’è un allenatore che vuole portare la propria idea, la sua cultura di lavoro, ma ci vuole un po’ di tempo. Sono soddisfatto ma non vorrei parlare più del calciomercato, ma del Sassuolo che sarà un avversario difficile da affrontare. A Miki avevo detto ‘ti voglio presentare subito, così da poterti focalizzare sugli impegni e sul campionato’. Dal lato del punteggio ci manca qualche punto col Genoa potevamo prendere i tre punti. Nei risultati c’è un po’ di sconforto, ma sono molto ottimista e fiducioso, vedo l’impegno e come si allenano i ragazzi. Vedo finalmente il senso di appartenenza, la voglia di stare a cena insieme, c’è unità di intenti, prima c’era tanta disgregazione. Quando fai le cose nella maniera giusta i risultati devono arrivare. Io non posso garantire se è da Champions League, non faccio il veggente né i tarocchi, ma la mia sensazione è di aver costruito una squadra tosta, che partita dopo partita dimostrerà il proprio valore.
Ti piace il VAR? Magari il suo compagno non sarebbe stato espulso contro l’Italia…

Ci sono situazioni in cui può essere utile, altre in cui non lo è perché uccide il ritmo del gioco, lo rende noioso. A volte festeggi un gol, poi viene annullato, oppure segni e non sai se esultare o meno. Le emozioni non sono le stesse. Nella partita contro l’Italia se ci fosse stata la VAR l’episodio sarebbe cambiato. In alcune situazioni mi sento inglese ed altre volte in cui mi sento italiano.
Domanda a Petrachi: Alcuni allenatori guardano il monte ingaggi per capire in quale posizione può arrivare la squadra. La Roma ha il terzo monte ingaggi. Dove può operare ancora per abbassarlo ancora?

Non ho visto accuratamente l’indagine della Gazzetta, ho visto il nostro monte ingaggi ma c’è qualche incongruenza, non so se siamo terzi in lista, gli ingaggi veri non vengono poi riportati in tutta la sua naturalezza. Su questo dato sarei molto cauto. Non perché voglia smentire la Gazzetta dello Sport, ma da quello che ho visto io ci sono alcune inesattezze sulle altre squadre. Sicuramente il fatturato di una squadra di calcio relativo al monte ingaggi ha determinato la vittoria di un campionato o un posto di prestigio come può essere la Champions League. Il monte ingaggi è molto in su, bisogna tornare ad avere dei valori giusti e ci si basa sul fatto che il fuoriclasse deve saper portare la croce e dare qualità alla squadra. La Roma su questo deve migliorare e migliorerà nel corso del tempo, faremo equilibrare le cose. Oggi è un livello un po’ sfalsato, il mio obiettivo è quello di riequilibrare il tutto cercando di mantenere un tasso qualitativo altissimo.
Perché l’Arsenal ha deciso di lasciarti andare l’ultimo giorno di mercato?
È una domanda difficile, non sono nella dirigenza dell’Arsenal e non so perché abbiano deciso di lasciarmi andare. Era un mio desiderio, non avevo giocato abbastanza ed avevo deciso di cambiare. Ho scelto la Roma, sapevo che la Roma avrebbe giocato tante partite quest’anno e volevo venire qui, oggi grazie al direttore sportivo ho avuto la possibilità di essere qui e di dimostrare il mio valore.
Domanda a Petrachi: È stata una strategia quella di aspettare? Hai un rimpianto per questo calciomercato?

Sì, è stata un’opportunità. La chiusura del mercato inglese è stato un vantaggio, un mese fa mi era stato chiesto tanto per Miki e non ero nella condizione di poterlo fare, ho aspettato di poter fare altre valutazioni. Potevo prendere un ragazzo brasiliano, era un prospetto molto importante ma doveva esser preso alle nostre condizioni. A quel punto ho sentito Raiola e gli ho detto che non avrei preso più un esterno, se ci fosse stata la possibilità di prendere Miki in prestito lo avrei fatto. Mi ha detto che sarebbe stato difficile ma ci avrebbe provato nell’interesse del giocatore. Io gli ho detto che lui è più adatto alla Serie A che alla Premier League perché lui è un giocatore prevalentemente tecnico. Puntare su di lui era anche per metterlo in condizione di giocare. Sicuramente c’è stata della strategia. L’attesa per gli ultimi due acquisti è stata una cosa voluta. Non ho rimpianti, sono riuscito a fare quello che avevo in testa, due ragazzi non hanno accettato di andare a giocare in prestito e sono rimasti. Abbiamo tante partite, l’Europa League e la Coppa Italia, magari avranno modo di smentirmi e mi auguro che facciano bene. In entrata non ho rimpianti, siamo usciti bene tutti quanti. Tutto ciò che ho fatto è stato sincronizzato con la società, Fienga decide e tutto è stato fatto con l’approvazione di Pallotta che mi ha messo nella condizione di farmi prendere gli obiettivi. Ringrazio la Roma di avermi messo nelle condizioni di fare quello che nella mia testa era giusto e doveroso fare.
Non hai partecipato alla finale a Baku per problemi di geopolitica. Credi che avrai problemi nella trasferta di Istanbul?

Non ci sarà alcun problema in Turchia, ci ho già giocato diverse volte. Non è la stessa cosa con Baku. Quella con la Turchia è una vecchia storia, ormai è alle spalle. In Turchia non ho mai avuto alcun problema quando ci sono stato, sia in gare di campionato, sia di Champions League sia di Europa League.
Domanda a Petrachi: A che punto è il lavoro di Fonseca?

Ho avuto un confronto con il mister ed abbiamo parlato di questo argomento. Deve continuare a portare avanti il proprio credo e la mentalità innovativa. Quando cambi una mentalità italiana di chiudersi e ripartire in contropiede ti scontri a volte con una mentalità diversa. Deve insistere su quello che sta portando avanti senza avere perplessità o dubbi, nel momento in cui arriverà il risultato i calciatori si convinceranno che quel modo di fare calcio, quell’idea di aggredire gli avversari mantenendo equilibrio, che è quello che ci sta mancando un pochino. Sono convinto che questo tipo di mentalità possa portare ad avere quel coraggio che ti porta risultati importanti. Serve che qualche risultato ci venga dietro, anche con un po’ di fortuna, ma dal momento in cui partiamo confido molto nella forza della squadra che può fare calcio in maniera molto coraggiosa.
Ti servirà un periodo di adattamento per rendere al meglio nel nostro campionato?
Ero molto giovane in Germania e Inghilterra, ora non avrò problemi ad adattarmi alla Serie A, i miei compagni mi aiuteranno a farlo con il campionato e con la città. Dipenderà da me, è evidente che per il momento sarò qui una stagione, il tempo corre e dovrò dimostrare le mie qualità molto velocemente.
Domanda a Petrachi: È stato molto difficile per lei gestire la situazione lasciata dalla gestione precedente?

È stato un grande problema, per ogni entrata dovevo pensare ad un’uscita. Non è stato semplice, alcuni giocatori, forti della ricchezza del contratto, fanno resistenza. Prima di lasciare Roma ci si pensa mille volte, fai fatica a spostare i calciatori. Il fatto di dire in faccia ai calciatori la verità e sono sempre stato chiaro, soprattutto con quelli in uscita. Meglio andar via che fare comparse, era più giusto andassero a giocare. Ci sono riuscito all’80%, è rimasto qualche residuo, ma ci sta in una rosa ampia. Sono contento di come sia andata la campagna acquisti e cessioni.
Sei a disposizione per la prossima partita? Hai già parlato con Fonseca?
Ho parlato anche con il mister di diverse cose. Non so ancora se giocherò, non ho fatto nemmeno un allenamento con la squadra che farò domani. La decisione spetterà a lui, io farò il meglio, lavorerò duro. Sono qui per vincere e non per perdere tempo.
Domanda a Petrachi: La Roma ha tenuto testa alla Juventus e all’Inter in questo mercato…Baldini che ruolo ha avuto nel calciomercato?

Sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa dicendo che la Roma non sarebbe stata la succursale di nessuno. Citavi Marotta e Paratici, oggi nessuno può venire a Roma per fare il prepotente e prendere calciatori. Oggi sono consapevoli che se vogliono un giocatore ci sono dei tempi e dei modi. Io spero che venga sempre mantenuta e rispettata. Baldini? Non ha mai intralciato il mio lavoro, ero stato chiaro prima di arrivare alla Roma. Circa un mese fa fu lui a dirmi che c’era un problema nell’Arsenal dicendomi che Miki poteva spostarsi. Io gli ho detto che potevo farlo ma non volevo spendere troppo. Lui me l’ha data solamente come notizia, questo è quello di cui parlavo. Io gli ho detto che non potevo farlo, ma poi mi son sentito con Raiola. Ho sempre tenuto sotto traccia tutto. Con certi agenti c’è la forza di non far uscire le notizie, credo sia uscito la sera di domenica, Raiola non voleva dirlo nemmeno. Ritornando al discorso di prima, non ho avuto grandi problemi con Franco, abbiamo rispettato le distanze e sono contento di come sia stato bilanciato il lavoro. Poi se Franco ha un contatto diretto con Pallotta va bene, ma di Smalling, per esempio, non ne era a conoscenza. Non ho avuto tempo di raccontargliela. Sono molto contento di come sia andato il lavoro di squadra.
L’Europa League è alla portata di questo gruppo?
La stagione è appena iniziata, sono sicuro che potremo raggiungere i nostri obiettivi, tutti hanno grandi ambizioni e sono qui per vincere. Si viene ricordati per le vittorie, ho sempre voluto vincere titoli e sono sicuro che le mie ambizioni e quelle della Roma coincidono. Piano piano avremo idee più chiare delle prospettive.
Domanda a Petrachi: Qualcosa si era rotto tra la Roma e Schick? Cos’è successo?

A volte alcune cose funzionano oppure no. Non discuto il livello tecnico del calciatore, che ha enormi potenzialità. Le aspettative e la forza d’urto con cui era arrivato aveva creato sogni nella tifoseria. Era un giocatore quasi soffiato alla Juventus, pagato 40 milioni. Ha infranto i sogni dei tifosi e se avesse fatto cose strabilianti sarebbe stato un po’ marchiato. Aveva bisogno di confrontarsi con un altro tipo di campionato, nella speranza che possa venire fuori la sua capacità tecnica. Molto dipenderà dalla sua voglia, quando metterà il sangue e la passione per uno step in più. Mi auguro che si ritrovi calcisticamente e metta in mostra quello che in Nazionale riesce a fare. Rimane un patrimonio della Roma perché è in prestito con diritto di riscatto, che è stato un po’ cambiato negli ultimi giorni di mercato. Sono convinto che Schick possa fare bene, togliendosi il peso della responsabilità. È un augurio per il professionista e per il giocatore.
Che cosa ti hanno insegnato i tuoi allenatori precedenti? Che pensi ti lascerà Fonseca?
Sono tutti diversi e con filosofie diverse. Uno molto offensivo ed un altro molto difensivo. Ho trent’anni ma voglio imparare ogni giorno ed ogni minuto. Spero di imparare l’italiano e di poter parlare con voi e comunicare con i compagni. Imparerò molto dal mister.
Termina la conferenza stampa.

Audio della Conferenza Stampa di Mkhitaryan

Alessandro Frattaroli

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