Coronavirus: “I panni si lavano in casa”

Coronavirus: “I panni si lavano in casa”

Attualmente ritengo sacrosanto evidenziare come una coppia di persone legate da una bella amicizia e che lavorano in ambito ospedaliero provando a salvare delle vite dal coronavirus se lo buschino. 

Barbarah Guglielmana e Ilaria Francesca Martino han dovuto quindi distaccarsi dall’agone sociale, per trascorrere la quotidianità con la temperatura corporea da controllare assiduamente, indebolite alla radice del loro essere, a tal punto da reinventarsi i sensi con una ricerca certosina che porti a un tesoro costituito dal timore di non farcela in solitudine, come dalla necessità di venire tutelate per qualsiasi volontà destante oltremodo imbarazzo; da comprendere però, in mancanza di certezze, e dunque quantomeno consapevoli tutti di poter rappresentare un peso morto per gli altri. 

Vale dunque rischiare di esistere, come? 

Queste donne hanno elaborato, artisticamente parlando, degli abiti per risaltare della fisicità e andare oltre, caratterizzando qualcosa che sorprenda a livello spirituale, che non prenda freddo, sotto il nome di Aforismana. 

Trattasi insomma di un elemento indispensabile, lineare, che riemerge per mezzo di disegni che si esprimono poetando, con la novità che scaturisce da tinture variegabili. 

Le opere sono state raccolte e risultano accessibili privatamente, per espandersi così nell’immaginario dei curiosi, di chi ha piacere di abitare una casa e rivisitarla con tutte quelle storie che siamo soliti personalizzare. 

L’obiettivo è quello di udire visioni di un tormento proprio che – in piena crisi, giacché costretti a vigilare su se stessi, a stare in solitudine – si sviluppa… ma a patto che non sortisca danni, e per giunta oggettivi.

Quel che aderisce sulla pelle deve tornare come nuovo, uscendo da un lavaggio che centrifughi l’umanità che incorporiamo, bagnato giustappunto per volerlo asciutto con tutte le nostre forze, allargato e riscaldato da raggi solari, illuminanti come le scelte da fare opportunamente. 

Questo è l’unico modo per rinfrescare le comuni apparenze, ovvero di-mostrando di saper acquisire il potere del creato in misura allargata, con una ragione non controversa.

Vincenzo Calò

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *