Alberto Diamanti – Il segreto della musica

Alberto Diamanti – Il segreto della musica

Guido Monaco, mille anni fa o giù di lì, tradusse letterariamente delle melodie, ispirato dall’autenticità dello scritto con cui venne lodato San Giovanni.

Il frate seguace di San Benedetto impartiva lezioni rilanciando tesi senza precedenti, per istruire musicalmente gli studenti aretini e non solo, di un paese religioso e dall’alto tasso culturale, noto quindi nel Vecchio Continente per intero, in un’Europa che dalla base mai come oggi traballa.

Basti pensare che trattasi, Arezzo, di un posto a quei tempi più che accogliente per chi voleva diventare musicista o giudice, che poco o nulla aveva di che invidiare a sedi universitarie quali la Sorbona o quella felsinea nostrana.

Tale luogo nello specifico langue attualmente, con delle rimanenze edilizie scarseggianti e offese dal corso della Storia, ma una testimonianza sgargiante la si può rilevare grazie alle pennellate di Giotto, contemplando un suo famoso lavoro, immaginando il caotico – a dir poco – allontanamento dei demoni dal concentrato urbano… quadro ch’è parte del patrimonio artistico presente nella massima struttura adibita alla preghiera situata ad Assisi.

La nuova narrazione di Diamanti è come se solletica il mistero insito alle musiche di Guido Monaco, originali dacché ben pensate, aprendo tanti significati, estendendo l’interesse per la lettura.

Il racconto è tanto contorto quanto appassionante; tenendo testa al passare dei tempi tra fede e melodia assume un sapore antichissimo, abbandonabile dai più, per poi adattarsi all’inizio del secondo millennio, consolidarsi alludendo ai culti medievali, e concludersi non indifferente al discorso moderno.

Il protagonista insegna la bellezza per mezzo di composizioni armoniche, ma leggendo faremo i conti con un vecchio catenaccio sigillante, e con dei resti sacri, senza tempo, da cogliere perché è solo il destino a volerlo.

Quest’arcano scandito con le parole di Alberto ci rimanda alle prime luci di una sorte che lega e rilega le persone sulla Terra, non potendo non seguire per principio un’immensa guerra che ci caratterizza ogni volta in positivo come in negativo.

Opera letteraria da non perdere, perciò per comprarvene una copia subito cliccate qui: https://www.amazon.it/dp/8855169149?m=AD9PJID925L3F&ref_=v_sp_detail_page&fbclid=IwAR0XB7e7-GAu9b_UsWpiG-NVUknHDgdaOdAJThX8Dx_VqlZzxrtMwn86uOk .

Non vi basta la mia segnalazione?

No problem: lasciatevi trasportare dal filmato prodotto per lo stesso intento, ascoltando ciò che dice passionalmente Marino Filippo Arrigoni; forte di una colonna sonora firmata da Giovanni Monoscalco ( https://youtu.be/vWT_9jxHsmg )… aldilà dell’aspetto figurativo saggiamente rappresentato sempre per darvi l’idea del romanzo.

L’INTERVISTA

Bentornato Alberto! Perché non puoi fare a meno della musica?

La musica é sempre stata una parte di me, da quando ero piccolo, proprio come dice il protagonista del mio romanzo, “una calda e rassicurante coperta in una giornata fredda e piovosa”. In realtà devo ammettere che ho “tradito la musica” abbandonando il mio strumento, la chitarra, per decenni fino a quando la “costrizione domestica” del lock-down mi ha riportato a ricominciare (devo dire con molta soddisfazione) a suonare, rendendo complementare questa attività alla scrittura che pratico da un po’ più di tempo.

L’aspetto religioso è imprescindibile per il futuro della musica? Essa ancora riesce a rappacificare tra singoli individui o a estasiare il bene comune?

Parlando della religione del “vecchio continente”, direi che la cristianità è stata per molti secoli al centro della musica, nell’accezione della musica sacra, che soprattutto negli ultimi secoli ha ispirato i più grandi compositori. Lo stesso mio romanzo mette al centro la cittadella vescovile di Arezzo dell’XIesimo secolo, dove fiorirono studi giuridici e musicali, questi ultimi grazie alla figura di Guido Monaco, che alla fine è il vero e unico protagonista del mio libro. Nella società odierna non riesco a vedere un legame tra religione e musica (tranne rare eccezioni), ma non vi è dubbio che quest’ultima è sempre stata un fattore aggregante tra gli individui, e in quest’ultimo secolo ancor di più nelle giovani generazioni che si sono susseguite nel tempo.

La cura di questo romanzo dipende strettamente dai tuoi gusti (e se sì, li reputi allora non eccessivamente variegati)? Questo libro va oltre la letteratura, perché magari temi che le persone non sappiano più leggere?

Direi di no… la stesura di questo romanzo non prende spunto solo dalla musica, ma soprattutto da Guido Monaco che visse un millennio fa proprio ad Arezzo, la mia città. Fino a oggi ho scritto quasi esclusivamente poesia, ricevendo anche molti riconoscimenti nei premi letterari e lusinghiere recensioni e articoli sul web e sui social… per cui pensando al mio modo di scrivere “fino a ieri” sono rimasto io stesso piacevolmente sorpreso durante la stesura di questo mio primo romanzo. In realtà il mio romanzo parte da basi e fonti storiche certe (la cittadella vescovile di Arezzo dell’XI secolo, Guido Monaco, e l’attuale sito archeologico dove sorgeva il “Duomo Vecchio” di Arezzo). Mi é piaciuta l’idea di dare una spiegazione “fantasy” e romanzata a dei fatti certi e avvenuti un millennio fa. Le persone sanno leggere quanto più si riesce a dare dei testi che stimolino la loro curiosità, anche “romanzando” dei fatti storici come nel caso del mio libro.

Ti avvali di uno staff di persone fidate per il lancio e rilancio del libro ?

Non ho uno staff operativo; sono molto attivo sui social, che oggi é il canale più immediato per rendere “attrattivo” un prodotto, anche nel campo della scrittura.

Come si fa a evitare che un segreto annoi?

Non conosco una “ricetta” precisa… nel mio libro ho utilizzato la tecnica del “target shifting”, ovvero spostare continuamente l’obbiettivo e il finale. Alla fine del primo capitolo il lettore pensa di avere capito il segreto, ma nei seguenti capitoli viene ribaltato tutto fino ad arrivare alla fine del sesto capitolo dove il mistero si svela. Così almeno pensa il lettore, che si troverà di fronte un settimo capitolo che sposta di nuovo il “target” fino alle fine. Sono sette capitoli. Sette, come le note musicali. E non è un caso.

La storia dell’umanità sortisce più emozioni o responsabilità?

Emozioni quando viene elaborata per confronto, analisi, studio. Responsabilità se pensiamo ai ruoli chiave che hanno avuto uomini e donne che hanno fatto la storia, avendo il coraggio di uscire dagli schemi e provando a fare qualcosa in più, anche rischiando. Anche lo stesso Guido Monaco, inventando la notazione scritta dei toni musicali, ha dato origine alle note, al solfeggio e alla musica come la conosciamo ai giorni nostri. Senza le persone che hanno “osato” un po’ di più rispetto agli schemi tante cose, che oggi diamo per scontate, non esisterebbero.

Non pensi che si fatichi sempre più ad accettare l’altrui genialità?

Al giorno d’oggi la capacità di fare emergere la propria genialità (se uno ce l’ha) è centuplicata rispetto a prima, anche grazie a una più copiosa presenza di strumenti operativi e metodi cognitivi che possono coadiuvare e aiutare le persone che hanno qualcosa da esprimere. Il rovescio della medaglia è che non sempre ciò che apparentemente è frutto della genialità lo è davvero, proprio per l’appiattimento dovuto all’estrema diffusione di strumenti collaterali che fanno risultare straordinarie anche cose del tutto ordinarie, molto spesso esaltate o sopravvalutate sull’onda di “mode” e “format” preconfezionati.

In conclusione, ti vedremo a The Voice Senior II? Quest’esperienza aldilà di com’è andata ti ha segnato? L’arte che sfoderi in toto, equivale solo a un passatempo depurativo?

Ho superato il primo dei due casting fermandomi al secondo. É stata una bella esperienza e mi è piaciuto mettermi in gioco in qualcosa che solo un anno fa non avrei mai pensato di fare, anche se non sono rientrato nel cast definitivo del programma. In definitiva, sia la scrittura che la musica sono due modi solo apparentemente diversi per esprimere delle emozioni;  nel mio caso diventano arti complementari e reciprocamente funzionali, come del resto lo sono state durante la stesura de Il segreto della musica.

Vincenzo Calò

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *