“Effetto virtuale” di Emanuela Maria Marrone.

“Effetto virtuale” di Emanuela Maria Marrone.

Benvenuta Emanuela. Potenza e narcisismo si combattono anche “chattando”, e cioè percependo del mistero?

Il mistero ci accompagna sempre non credi? Non sappiamo da dove veniamo e dove andiamo e quindi basta pensare ai concetti che stanno alla base della nostra esistenza per relativizzare e poter “ironizzare” su tutto il resto. L’autorità, è vero, si esprime oggi in svariate forme cercando di abbagliare attraverso un superficiale autocompiacimento fruitori poco accorti proprio in una dimensione che sa di gioco e di “chat” quando in realtà non lo è.

Come si individua la buona fede?

Credo che si dovrebbe partire dalla domanda “A cosa serve la fede?”. Nella mia esperienza la fede è il tendere dell’uomo verso la ricerca di risposte al suo mistero di vissuto qui… per cui la “buona fede” per ciascuno è soggettiva ed è quella che ti riesce a far sentire più sicuro in una

esistenza che sicura non è. Io credo che la buona fede sia semplicemente quella che dovrebbe portarti a rispettare innanzitutto la vita e quel famoso confine, immaginario ma poi anche reale, che non ti permette di prevaricare l’altro nel rispetto del suo essere, purché anche l’altro ovviamente rispetti gli stessi principi che dovrebbero essere dettami interiori e non leggi esteriori.

Per prendere delle iniziative è ancora necessario assumere dei consigli?

Più che consigli, pareri o esempi di vita. In fondo anche i libri o la televisione esercitano una gran funzione di “consiglieri” imponendo consciamente o inconsciamente moltissimi parametri del sociale. Personalmente preferisco le sessioni e gli scambi nella dimensione del reale, incontrando dal vivo un amico/a e scambiandoci opinioni. Mi è stato insegnato che, dallo scambio dei pareri anche diversi dal mio, possono nascere punti di vista interessanti e nuovi precedentemente non calcolati, per cui piuttosto che chiudersi rigidamente nelle proprie convinzioni “autoreferenziate”, sì, credo sia sempre utile sentire più pareri.

Il successo di un libro dipende assolutamente, oramai, da tematiche attuali, palpitanti in un miscuglio di generi letterari altrettanto di tendenza?

Questo non lo so e non è mio compito giudicarlo. Io scrivo quello che sento, quello che voglio dire, trasmettere, che ho sognato, che ho visto attorno a me, che mi ha in qualche modo colpito, che voglio condividere e che vorrei altri potessero apprezzare e trovare interessante e magari anche di stimolo. In fondo dai tempi dei tempi si scrivevano gesta eroiche, si scrivevano teoremi, poemi, favole, opere teatrali. Tanta vita in varie forme che veniva in qualche modo spartita e trasmessa. Io vorrei essere occhi, anima, sentimento e parole, per chi volesse fermarsi un attimo e guardare assieme me il nostro mondo affacciandosi da finestre di vita.

Sbaglio o questo “mostro climatico” l’abbiamo generato noi, coi gesti quotidiani e accondiscendendo al volere di chi è in fondo come noi ma si professa irraggiungibile? Se le cose stanno così, allora come ne usciamo?

Tutta la realtà la generiamo noi certo e chi sennò? Siamo noi gli abitanti più senzienti e più evoluti su questo meraviglioso pianeta, o no? Come ne usciamo? Forse se iniziamo a dare veramente più valore alla nostra vita e alla bellezza di ciò che ci circonda o forse se ne potrà uscire solo seguendo la luce bianca in fondo al tunnel, chissà!?

Si teatralizza allo scopo di…?

Di provare in modo socialmente accettato, nuove “maschere” o sfaccettature di personalità (non iniziamo i discorsi pirandelliani che non ne usciamo più!).

Quando gli studenti fanno “Ooh”…?

Magari facessero “Ooh”, perché significherebbe un positivo segnale di stupore misto a  interesse, mentre di solito fanno più “Haaaaaaaiiii!”… scherzo! La filosofia e la psicologia sono materie meravigliose che permettono di destare curiosità proprio perché toccano tematiche tangibili e che coinvolgono direttamente gli esseri umani.

Qual è il sogno della tua vita?

Indovina…  scrivere ed essere ricordata! Ho tantissime parole, storie, immagini che vagano nella mia testa, sempre nuove, che fanno a gomitate tra loro e che di solito restano in paziente attesa anche per molto tempo prima di riuscire a essere fissate su carta e tante purtroppo si perdono nei profondi meandri della mia memoria da dove alcune non riescono più ad emergere. Vorrei potermi dedicare interamente alla scrittura così da non perderle perché avrei tanto da dire e ancor di più mi piacerebbe trasformare i miei scritti in sceneggiature (ho il diploma, sono capace e abilitata per farlo), per vedere i miei racconti tramutati in film. Specie oggigiorno sai bene che la realtà è visiva, i messaggi passano maggiormente attraverso il canale visivo per cui sì, questo vorrei proprio fare: dei film dai miei scritti. Vuoi sentire una storia? Fermati un attimo, chiudi gli occhi e ascoltami!

… “Effetto Virtuale”

Siamo alle prese con il domani venturo, un tempo che lascia di che desiderare, con la Terra resa gelata dal potere globalizzante per mezzo d’intendimenti scientifici astrusi a tal punto d’aver cambiato e strumentalizzato l’atmosfera nel mondo agevolandone un possesso a tutto tondo.

Alle persone non è permesso di stare all’aria aperta, significherebbe morire, e quindi vai di lockdown, e per giunta lo spazio in casa è ristretto.

I contatti in seno all’umanità sono tutto fuorché reali, ogni striminzita dimora dispone guarda caso di un angolo per comunicare nella maniera più chiara possibile tecnologicamente col di fuori, usufruendo di strumenti che sviluppano qualsiasi forma di legame, salvaguardando con sommo sconcerto (a voler rifletterci sopra!) il senso del tatto.

In primo piano v’è Carina, che, provata da questa sorta d’evoluzione terrestre protrattasi per un lungo periodo, soffre a concepire l’ultramoderno, appesantita da una memoria che la riconduce alle vere relazioni sociali, a quand’era possibile toccare ogni dove, giusto per emozionarsi, raccogliendo esperienze concrete, a nudo e a crudo… una condizione sincerabile dacché naturale, che poi è stata ridicolizzata modificandola autorevolmente, oggettivamente, dovendo rasentare invece la perfezione esistenziale, con la gente costretta e abituatasi a ingerirla nell’arco di tre lustri.

La nostra s’incuriosirà accettando la richiesta d’amicizia di Sylar, una persona ambigua ma in teoria capace di riportarla al mondo precedente a questo ch’è alquanto invivibile, cominciando ad accompagnarla per divagazioni urbane pur sempre intangibili; ma immaginando di riassaporare luoghi cari a loro.

Resterà il fatto che lei verrà bidonata da Sylar, al momento di vedersi sul serio, tanto sospirato, ma intuirà ben presto che ciò è dovuto da un misterioso impedimento; cosicché oserà trasgredendo alle regole del nuovo sistema, per mettersi sulle tracce dell’amico virtuale, nonostante il freddo e il gelo, quelli sì tremendamente reali.

Durante la missione Carina si riscalderà godendo di certo dell’appoggio di Frank, anche se non da sola non potrà evitare di affrontare  dei molestatori seriali quali i Mendicants destreggiandosi in mezzo a codesti; e in seguito l’invisibile congrega dei Freehea; e poi ancora i membri dell’esecutivo globale, in un clima lacerante, glaciale all’infinito, che sembrerà non perdere mai di mordente, influenzando le anime.

Chissà dunque se persisterà il domani per il genere umano, col mondo a riconcepire le belle giornate all’insegna di un creato germogliante, elevato al verde, al genuino, alle tinte naturali… in conclusione sarà questo l’obiettivo dei personaggi di buonsenso sopracitati, a patto che la gente se ne compiaccia facendo la sua parte una volta per tutte, senza più soccombere per convenienza ai disegni di potere, celando uno stato d’inferiorità inesistente, avendo in fondo la forza per reagire e trovare la felicità.

*L’autrice nasce a Roma in una strada vicino alla città del Vaticano dove vive e cresce fino ai 29 anni quando si trasferisce a Bracciano, ridente paesino con lago e castello alle porte di Roma nord.

Fin da quando era al liceo, le sue professoresse le avevano sempre consigliato la carriera di scrittrice.

Diplomata sceneggiatrice, laureata con lode come pedagogista e con diversi anni di specializzazioni in psicologia e comunicazione, nonché abilitazioni all’insegnamento delle materie umanistiche, Emanuela ricopre per anni il ruolo di professoressa in vari licei romani e continua anche la sua formazione con il teatro prima da allieva e poi da insegnante.

Negli anni ha sempre continuato a scrivere molti romanzi, come “Effetto Virtuale”, scritto nel 2017 e rimasto in attesa di poter essere letto… incredibile storia profetica su ciò che, per molti versi, sarebbe accaduto solo un paio di anni dopo.

Ha scritto, diretto e interpretato con successo dieci spettacoli teatrali, rappresentati al Teatro Trastevere di Roma e in altri teatri della capitale e provincia.

                                                                                               

Vincenzo Calò

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *