Aprire un ristorante: i costi e le cose da sapere per creare il proprio business

Aprire un ristorante: i costi e le cose da sapere per creare il proprio business

Essendo l’Italia il paese della buona tradizione culinaria, in molti hanno la volontà di provare ad aprire un ristorante. Che abbia ambizioni stellate o meno, che sia in un paese di provincia o nel centro storico di una grande città come Roma o Milano, poco importa. Quello che è davvero importante è che le opportunità non mancano, così come non bisogna dimenticarsi che si tratta di un grande investimento, che va ben pensato e calibrato.

Come aprire un ristorante: budget, spese e iter burocratico

Partiamo dal presupposto che per aprire un ristorante bisogna essere innanzitutto maggiorenni, avere delle spiccate doti manageriali e organizzative, un’ottima predisposizione per il contatto con i clienti e non essere stato soggetto a interdizioni o dichiarazioni di fallimento. Passando alle licenze, sono essenziali quelle da ottenere tramite il corso antincendio e di primo soccorso e attraverso il corso HACCP. In più ce ne sarebbe una terza, quella del corso Somministrazione Bevande e Alimenti, che, però, potrebbe risultare facoltativa qualora si abbia conseguito un diploma di istituto alberghiero o se si è lavorato nel settore per almeno 2 anni negli ultimi 5. 

Una volta in possesso di requisiti e licenze, si passa all’iter burocratico. Per prima cosa bisogna aprire una partita IVA e una posizione INAIL, iscriversi al Registro delle Imprese del proprio comune ed effettuare la registrazione al Consorzio Nazionale Imballaggi. Dopodiché, ci si dovrà iscrivere all’INPS e aprire una casella PEC, con firma digitale. Ultimi passi, ma non meno importanti, sono: richiedere al Comune il permesso di occupazione di spazi pubblici esterni e di esposizione dell’insegna; mandare all’Agenzia delle Dogane la comunicazione di vendita di alcolici e pagare alla SIAE i diritti per la riproduzione di elementi audio/video soggetti a diritto d’autore. Quanto costa quindi aprire un ristorante? 

Bisogna considerare che tra gli elementi da pagare, oltre a dipendenti e licenze varie, ci sono anche tasse e utenze come luce e gas. Quindi bisognerà fare una scelta oculata sia dei fornitori che dei macchinari che si andranno a inserire nel locale, specie nella cucina. A tal fine ci si può informare bene leggendo guide e blog degli esperti del settore, che potranno fornire informazioni utili sia su quanto consuma un forno elettrico, piuttosto che un frigorifero, sia come arredare in modo funzionale il proprio locale. Comunque, per fare una stima più o meno approssimativa, possiamo dire che per aprire un piccolo ristorante possono volerci circa 75mila euro di partenza, mentre per un locale da almeno 40/50 coperti, occorreranno almeno 120mila euro.

Aprire un ristorante: avere un’idea chiara è l’arma vincente

Bisogna sempre avere in mente un piano d’azione definito sulla base di alcune domande. Che tipo di clientela si vuole attirare? Se si cerca una clientela di nicchia e di alto reddito, allora bisognerà mettere a disposizione un menù più sofisticato. Se invece si punta a un pubblico più vasto, si può puntare ai menù tradizionali italiani, contenenti un po’ di tutto. Dove si vuole aprire la propria attività? Certamente una scelta da fare riguarda la visibilità, che può fare tutta la differenza del mondo, specie agli albori della propria avventura. 

Una via piuttosto affollata o un luogo importante e particolarmente apprezzato della propria città potrà fare al caso nostro. Ovviamente se siamo al mare sarà bene allestire a tema gli ambienti e offrire una cucina di pesce. In campagna o in montagna, invece, il menù sarà di prodotti BIO, come verdure e legumi nel primo caso, di carne, salumi e formaggi nel secondo, oltre che alle immancabili pizza e pasta. Il tema da proporre? Una cucina rustica, piuttosto che regionale, adattando anche l’abbigliamento del personale di sala e gli ambienti alla tematica scelta. Si pensi ai ristoranti sardi o napoletani più caratteristici. L’importante è non essere banali e ripetitivi, specie se si è circondati da attività concorrenti. Originalità e qualità sono due parole chiave.

Redazione

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