Pasquale De Luca e il suo “Teorema mortale”.

Pasquale De Luca e il suo “Teorema mortale”.

Intervista a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

D. Quando è nato in te il desiderio di iniziare a scrivere Libri?
R. Intorno ai vent’anni, quando cominciai a scrivere racconti di fantascienza. Uno mi venne pubblicato su “Galassia”, in appendice a un romanzo di Ron Goulart. A quei tempi scrissi anche dei romanzi, li inviai alle grandi case editrici e non vennero accettati. Per uno che avevo proposto a Einaudi, il rifiuto fu accompagnato da una lettera personale di Natalia Ginzburg che motivando il “no” ritenne di farmi anche apprezzamenti positivi e mi incoraggiò a insistere nella scrittura. Lo feci dedicandomi a testi radiofonici, e la RAI accettò e produsse un mio radiodramma e una quarantina di radiofavole. Ai romanzi ripresi a dedicarmi molti anni dopo e il primo che mi venne pubblicato fu “Probatio diabolica” (Milena Edizioni, 2015).

D. Sei un avvocato penalista di professione ma hai all’attivo collaborazioni con la Rai, con il quotidiano “La Nazione” e con altre case editrici. Quanto c’è di te nei due protagonisti principali del tuo romanzo edito con Bertoni?
R. I protagonisti assoluti di “Teorema mortale” sono l’avvocato romano Lucio Cotta e l’amore per la ricerca della verità. In Lucio Cotta ci sono io ma non sono io, nel senso che in questo personaggio non c’è nulla di autobiografico ma vi ho trasfuso tutto il mio amore e il mio rispetto per la funzione difensiva nel processo penale.
D. Se ti dovessi descrivere usando solo 3 aggettivi quali sarebbero e perché?
R. Leale. Estroso. Intransigente.

D. Quanto tempo hai impiegato per ideare dalla A alla Z “Teorema mortale”?
R. Un po’ meno di tre anni, dalla stesura dei primi appunti a penna su un quadernetto (ne ho sempre uno con me) mentre mi trovavo sulla piccola isola di Graciosa, alle Canarie, a quando consegnai il manoscritto a Bertoni Editore.

D. Chi credi “dovrebbe” comprare e leggere il tuo libro?
R. Chi ama i gialli, chi ama i casi giudiziari, chi ama la storia dell’antica Roma. E chi cerca un romanzo dalla struttura particolare che, in “Teorema mortale”, è la dimensione bi-temporale della storia: i fatti si svolgono parallelamente ai giorni nostri e ai tempi di Cesare e Cicerone.

D. Quali sono le tue fonti di ispirazione nell’ambito artistico/culturale?
R. La vita in generale, i cui fatti – di qualunque importanza o epoca di accadimento – mi forniscono una intuizione iniziale che poi elaboro e sviluppo in tante fasi, non sempre in stretta successione temporale ma frapponendosi tra loro anche periodi di accantonamento.

D. Che importanza ha il genius loci all’interno del tuo lavoro?
R. Devo dire che (quello che io percepisco come) lo spirito di Roma – dove hanno luogo gli accadimenti di “Teorema mortale” ma anche i casi dei due romanzi che l’hanno preceduto (“Probatio diabolica” e “La colpa del greco”) – è stato certamente decisivo nell’indurmi alle scelte narrative che ho operato nello scrivere questi tre romanzi. Di essi ritengo che “Teorema mortale” sia il più bello, certamente quello che mi è più caro. Sono grato all’editore Jean Luc Bertoni che ha creduto in questo mio amatissimo romanzo.

D. Quale progetto ritieni, che ad oggi, ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
R. Un romanzo che ancora non è uscito, un testo di narrativa generale. Dopo averne parlato (a mezzo di scambio di messaggi, dato che non ho avuto la fortuna di poterla incontrare di persona avendo un male crudele stroncato la sua ancora giovane esistenza) con la compianta bravissima scrittrice Loredana Limone (autrice, tra l’altro, della stupenda saga di Borgo Propizio, Salani editore) che mi incoraggiò in tal senso, ripresi in mano il romanzo che aveva letto negli anni 70 Natalia Ginzburg non ritenendolo maturo per la pubblicazione da parte di Einaudi ma esplicitandomi i pregi che vi aveva trovato ed esortandomi a scrivere ancora. Ebbene, da qualche tempo ci lavoro e credo che ne stia venendo fuori il migliore dei miei romanzi possibili.

D. Quale consiglio daresti ad un giovane liceale che avrebbe voglia dopo la maturità di intraprendere il tuo stesso cammino?
R. Seguire le proprie attitudini e desideri, darsi da fare con la fiducia che “se ci credi ce la fai”. Bisogna intendersi, fare l’avvocato è bellissimo, a me è sembrato un lavoro non-lavoro, una passione diventata lavoro, tanta fatica e tanto stress ma niente in confronto al senso di realizzazione che ne ho ricavato. Tuttavia è una professione che consiglio solo a chi fosse veramente desideroso di intraprendere questa carriera e disposto a molti sacrifici e ad attendere un po’ di anni prima di cominciare a vedere risultati importanti. Lo consiglio solo a chi è profondamente convinto, a chi sente di desiderarlo moltissimo, sennò meglio fare altro. Come passione, se come me si ha quella della scrittura, dedicarcisi il più possibile, leggere tanto, studiare narratologia, schifare l’editoria a pagamento, partecipare a premi e concorsi letterari, ricordandosi che se ci piace scrivere, scrivere è bello in sé e dal solo fatto di scrivere si ricava gioia. Naturalmente se si produce un testo di qualità bisogna andare in cerca di un editore, uno di quelli seri, ce ne sono anche tra i piccoli e i medi, e prima o poi – in rete li si trovano senza difficoltà e se ne possono conoscere caratteristiche e accedere a indicazioni e pareri di chi ha avuto a che fare con loro – si troverà l’editore che ci apprezzerà.

D. Quali i tuoi progetti futuri?
R. Completare il romanzo cominciato negli anni 70 di cui ti dicevo prima, e poi mettere mano ad un nuovo testo – ambientato a Firenze nell’anno 1960 – del quale ho già buttato giù (sopra uno dei miei soliti quaderni) una prima scaletta lo scorso mese di marzo mentre mi trovavo in vacanza in Egitto.

D. Grazie, grazie, grazie Pasquale De Luca, per il tempo dedicatomi… Ti domando: come vorresti finire questa nostra chiacchierata?
R. Dicendoti: grazie, Ilaria!

Trama

La filosofa Metella Murena, studiosa delle dottrine pitagoriche, muore per una bevanda avvelenata. Sembra un suicidio ma suo padre, il senatore Manlio Murena, non ci crede e chiede alla magistratura di indagare. Le indagini del pubblico ministero portano a un nulla di fatto e viene chiesta l’archiviazione del caso. Manlio Murena non si rassegna e si rivolge all’avvocato Lucio Cotta che, fra le carte della filosofa morta, scopre un misterioso quaderno nelle cui pagine Metella racconta di aver fatto una straordinaria scoperta: l’esistenza di un triangolo rettangolo nel quale – per qualche misteriosa ragione collegata alla concezione pitagorica dei numeri – il quadrato costruito sull’ipotenusa non è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti. Le misure del triangolo rettangolo che non ubbidisce al Teorema di Pitagora sono criptate in un enigma numerico collegato al Carme 5 di Catullo dedicato a Lesbia e l’avvocato Cotta intuisce che in esso si nasconde il nome dell’assassino di Metella. La trama si sviluppa a Roma, su un doppio binario temporale: ai nostri giorni e nel 44 A.C.

Dove poter acquistare il libro online

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Ilaria Solazzo

Giornalista pubblicista, blogger, autrice di libri, e non solo! Ragazza dinamica, solare, creativa e molto intuitiva. Ha all'attivo esperienze nel cinema, in TV ed in radio. I suoi molteplici hobby l'hanno portata a conoscere tanti personaggi famosi del mondo dello showbizz nazionale ed internazionale

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